Il Racconto di Elendik - Capitolo 2

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Elendik

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Messaggio da Elendik » mercoledì 13 maggio 2009, 18:40
ATTENZIONE, LEGGERE PRIMA IL CAPITOLO 1, NELL'ALTRO 3D =)

Capitolo 2 – La Guerra

Un suono, un boato di un corno, e la prima linea nemica cominciò ad avanzare. Il rumore dei passi pesanti degli orchi nemici risuonava nella valle come un rombo di tuono, al quale si sovrapponeva la cadenzata marcia dei nostri templari del sole disturbata solo dalle imprecazioni di quei tapponzoli barbuti che erano più preoccupati a tenere con sé la propria pinta di birra piuttosto che caricare di pallini il fucile. Un gruppetto di loro era impegnato in una gara di rutto libero; per dovere di cronaca devo segnalare che vinse un ingegnere più brutto della media, con una barbetta cremisi mezza bruciacchiata e un occhio coperto da una grezza banda nera.

Un lampo e tutto ebbe inizio, spade che cozzavano contro scudi, mazze che si infrangevano sulle armature dei nostri spaccaferro senza nemmeno scalfirle, e le poche ferite che si procuravano erano subito curate da me e dai miei compagni. Al mio fianco un Alto elfo, compagno di guerre da anni, fedele alleato e potente arcimago; insieme riuscivamo a tenere in vita senza molti problemi la nostra prima linea.

I templari dirigevano la battaglia, ordinando quando spingere e quando difendere, d’altronde erano gli unici che riuscivano a rimanere lucidi nella mischia. I maestri di spada elfi erano troppo concentrati in quella specie di danza che loro chiamano combattere, una letale sinfonia in cui la loro spada, tramite movimenti circolari, para e contrattacca senza sosta. I nani invece.. bhe.. arrivano a malapena a un metro da terra.. cosa potrebbero mai capirci.. quelli picchiano, si incazzano e picchiano ancora più forte.. barili di esplosivo ambulanti..

Dopo lunghissimi minuti la situazione era in perfetto stallo, le nostre prime linee impattavano le nemiche senza ottenere un risultato utile. Fu li che sentii un fruscio, un lieve fischio, e senza che nessuno se ne accorgesse, un dardo partito da spalle dei nemici attraversò la prima linea e si andò a conficcare dritto nella fessura tra l’elmo e lo spallaccio di una giovane nana, che crollò a terra tra atroci sofferenze e fontane di sangue. La prima regola che ogni essere vivente conosce, è che non bisogna assolutamente far arrabbiare un nano se si ha cara la propria pelle..

La reazione fu fulminea, gli spaccaferro cominciarono a urlare come se impossessati da un demone e abbassarono gli scudi davanti a loro. Un muro insormontabile, anche se alto pochi piedi, cominciò ad avanzare, lento, cadenzato.. i loro passi echeggiavano nel fondo della valle dove ci trovavamo. Nulla può fermare un nano furente, e le linee nemiche iniziarono ad indietreggiare. Continuammo a spingere i nostri nemici fino a un punto dove la valle si assottigliava in una specie di canyon, più una strettoia, profonda pochi metri e altrettanto larga.

Un grido dalla massa nemica, nuovamente la voce di quell’elfo. Heian pronunciò un chiaro segnale e i prescelti nemici, a fianco delle guardie nere, ripresero posizione e la nostra avanzata terminò in quell’angusto corridoio. Una strana coltre coprii il cielo, unita ad un olezzo di morte e carne putrefatta. Rimanemmo tutti bloccati, come se colpiti da un incantesimo, eppure non c’erano maghi nemici in vista..

Una risata pungente ci portò ad alzare in alto i nostri sguardi e solo ora capimmo in cosa eravamo caduti.. L’avanzata era sembrata troppo facile effettivamente: ci avevano portato in quel luogo con un preciso scopo. Sopra i bordi del canyon erano apparse decine di incantatrici oscure, alternate a magus del chaos.

Una trappola! Una fottuta trappola! Ci ero cascato nuovamente! Quell’elfo ci aveva ingannati tutti con l’esperienza ancora una volta! I dardi magici iniziarono a scendere su di noi come una pioggia di saette, non riuscivo a tener in vita i più fragili membri del nostro plotone che crollarono a terra uno dopo l’altro. La chiamata della ritirata fu immediata, ma le perdite erano ingenti. Riuscimmo ad indietreggiare solo grazie all’ abilità dei nostri guerrieri ombra che con la loro pioggia di frecce coprirono la nostra fuga.

La guerra si era spostata nuovamente nella vallata, ma stavolta i nostri numeri erano decisamente inferiori alle forze nemiche. Era necessario l’intervento di nuove energie, altrimenti saremmo sicuramente stati sconfitti.
Reingaggiammo il combattimento, nuovamente le prime linee cozzavano l’un l’altra riportando in stallo la battaglia. Heian inviò in campo i mandriani di squig che scagliarono con i loro piccoli archi un’ondata di dardi in direzione delle nostre seconde linee, dove mi trovavo io. Era finita, pensai, non ne sarei uscito vivo stavolta, non mi avrebbero salvato, come per la prima volta. Stavolta era veramente la fine. Chiusi gli occhi, pregai che Sigmar mi avesse aperto le porte dei cieli senza sofferenze e aspettai, in silenzio.

Passarono i secondi ma i darci non arrivavano, al loro posto, un soffocante odore di cenere. Aprii gli occhi, uno spettacolo di luci mi accecò per qualche momento: eravamo circondati da una cupola fiammeggiante, un muro di fuoco che aveva incenerito le frecce nemiche prima che ci raggiungessero. Alle mie spalle, luminoso come il sole, un uomo pronunciava formule arcane, con la sua staffa rivolta verso il cielo. I maghi del fuoco erano arrivati in nostro aiuto. La speranza si riaccese nei nostri cuori..

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